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CASO UBER: SI PRONUNCIA LA CORTE COSTITUZIONALE

Con sentenza n. 265/2016, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 1 della legge della Regione Piemonte 6 luglio 2015, n. 14 per violazione dell’art. 117, secondo comma, lettera e), Cost.

Detta norma, in sostanza, vietava l’ingresso sul mercato per il servizio di trasporto non di linea a chiamata basato sull’omonima app Uber.

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FINE DEI LAVORI: PERMANE L’OBBLIGO DI VIGILARE SULLA SICUREZZA DEI LAVORATORI

La sentenza n. 19208 del 9 maggio 2016 della IV Sezione della Corte di Cassazione Penale, conferma che il cantiere non può considerarsi chiuso una volta ultimati i lavori di carpenteria: per gli addetti resta dunque l’obbligo di vigilare sulla sicurezza degli operai.

Ciò che mantiene operante il ruolo del coordinatore per l’esecuzione dei lavori non può essere tanto il mancato completamento delle attività inerenti i lavori edili o di ingegneria civile, quanto piuttosto la persistenza di ulteriori fasi di lavorazione tipiche dell’attività di cantiere nel suo complesso.

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ATTIVITA’ SOGGETTE A AUTORIZZAZIONI, LICENZE, S.C.I.A.: SI ALL’INFORMATIVA ANTIMAFIA

Con sentenza n. 565 del 9 febbraio 2017, la Sez. III del Consiglio di Stato ha confermato che anche le attività soggette al rilascio di autorizzazioni, licenze o a s.c.i.a. soggiacciono alle informative antimafia.
A tal fine, rimarca la differenza tra “comunicazione antimafia” e “informativa antimafia”:

  • la “comunicazione antimafia” è costituita da un’attestazione circa l’assenza di misure di prevenzione penale o condanne per alcuni gravi delitti. Essa è necessaria per il rilascio di autorizzazioni, licenze o a s.c.i.a. ed è autocertificabile dall’imprenditore
  • l’“informativa antimafia” è costituita invece da una valutazione del Prefetto sul rischio di infiltrazione mafiosa, fondata non solo sulle condanne ma anche su altri elementi (rapporti di polizia, cointeressenze economiche, frequentazioni).
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INOSSERVANZA DELLE PRESCRIZIONI AIA: QUANDO E’ ILLECITO AMMINISTRATIVO

Con sentenza n. 1947 del 17 gennaio 2017, la Sez. III della Corte di Cassazione Penale ha cassato la sentenza emessa dal Giudice di secondo grado, di condanna del legale rappresentante di una società di capitali per il reato di cui all’art. 29-quaterdecies, commi 1 e 2, del d.lgs. n. 152/2006: di non aver osservato – in materia di emissioni sonore derivanti dallo svolgimento dell’attività – le prescrizioni generali impartite con la autorizzazione integrata ambientale (A.I.A.) rilasciata dalla Provincia; in particolare, avendo infranto il limite notturno di emissioni sonore, pari a 50 dB, previsto dal Piano comunale di classificazione acustica del Comune.

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RESPONSABILITA’ DEL COMMITTENTE: NON SUSSISTE SE IL SUBAPPALTO NON E’ AUTORIZZATO

La sentenza n. 53346 della Corte di Cassazione Penale, Sez. IV, 15 dicembre 2016, ha confermato che l’estensione al committente della responsabilità dell’appaltatore è ammissibile soltanto laddove l’evento possa ritenersi causalmente collegato a un’omissione colposa, specificamente determinata, che risulti imputabile alla sfera di controllo dello stesso committente.

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