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REATO DI MOLESTIE OLFATTIVE: SUSSISTE ANCHE SE L’IMPIANTO E’ AUTORIZZATO

La sentenza n. 2240 della Corte Cassazione Penale, Sez. III, del 18 gennaio 2017 ribadisce il principio per cui – anche nel caso in cui un impianto sia munito di autorizzazione per le emissioni in atmosfera – ove siano generate “molestie olfattive”, è comunque, configurabile il reato di getto pericoloso di cose, non esistendo una normativa statale che preveda disposizioni specifiche e valori limite in materia di odori. Il principio era già stato riconosciuto dalla stessa III Sezione Penale della Cassazione con sentenza n. 36905 del 18 giugno2015 e con sentenza n. 2475 del 9 ottobre 2007.

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ILLEGITTIMA SANZIONE DISCIPLINARE SPORTIVA? A CHI CHIEDERE IL RISARCIMENTO…

(Nota a Tar Lazio, sez. I ter, 23 gennaio 2017, n. 1163)

A seguito dell’illegittima irrogazione da parte della F.G.I di una sanzione disciplinare a un proprio atleta tesserato, l’Associazione sportiva di appartenenza propone ricorso al Tar Lazio richiedendo il risarcimento dei danni conseguenti alla mancata partecipazione dell’atleta alle gare, con conseguente perdita del main sponsor, retrocessione alla categoria inferiore, danno all’immagine.

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TRUFFA “EURIBOR”: LA COMMISSIONE EUROPEA SANZIONA QUATTRO GRANDI BANCHE

Dopo lo scandalo sulla manipolazione del tasso Libor (London Interbank Offered Rate) scoppiato nel Regno Unito nell’ottobre 2012, le indagini della Commissione Europea hanno attraversato la Manica e si sono concentrate sulla regolarità del corrispondente tasso europeo Euribor (Euro Inter Bank Offered Rate).

Nel dicembre 2013, l’Antitrust europea, guidata dal vicepresidente della Commissione Europea Joaquìn Almunia, ha multato per 1,7 miliardi di euro quattro grandi banche, Barclays, Deutsche Bank, Royal Bank of Scotland e Société Générale, per un accordo di cartello finalizzato a manipolare l’Euribor.

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VERSO LA CITTADINANZA DIGITALE

La legge 124/2015, approvata lo scorso 4 agosto ed entrata in vigore il 28 agosto 2015 introduce una vera e propria rivoluzione digitale nell’erogazione dei servizi ai cittadini. L’art. 1 della legge cit. prevede che il Governo adotti, al  fine  di  garantire  ai  cittadini  e  alle  imprese il diritto di accedere a tutti i dati, i documenti e i servizi di loro interesse in modalità digitale, nonché al  fine  di garantire la semplificazione nell’accesso ai  servizi  alla  persona, riducendo la necessità dell’accesso fisico agli uffici pubblici uno o più decreti legislativi volti a modificare e integrare  il  Codice   dell’Amministrazione Digitale.

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IL SILENZIO ASSENSO DOPO LA RIFORMA DELLA P.A.

La legge 124/2015, approvata lo scorso 4 agosto ed entrata in vigore il 28 agosto 2015 ha apportato significative modifiche all’istituto del silenzio assenso tra pubbliche amministrazioni. L’art. 3 (Silenzio assenso tra amministrazioni pubbliche e tra  amministrazioni pubbliche e gestori di beni o servizi pubblici) della legge cit., infatti, introduce l’art. 17 bis nella ormai nota l. 241/1990, il quale prevede che: <<nei casi in cui è prevista l’acquisizione  di  assensi, concerti  o nulla osta comunque denominati  di  amministrazioni  pubbliche  e  di gestori di beni o servizi pubblici, per l’adozione  di  provvedimenti normativi e amministrativi di  competenza  di  altre  amministrazioni pubbliche, le amministrazioni o i gestori  competenti  comunicano  il proprio assenso, concerto  o  nulla  osta  entro  trenta  giorni  dal ricevimento dello schema di provvedimento, corredato  della  relativa documentazione, da parte dell’amministrazione procedente>>.

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